Esempi di mappe mentali: cosa fare e gli errori quando le crei

Video esempi pratici

Se sei un neofita dell’argomento, facciamo un veloce ripasso su che cosa sono le mappe mentali!Le mind maps sono state inventate dal signor Tony Buzan che dopo molte ricerche ha sostanzialmente studiato un modo per rappresentare graficamente la struttura del pensiero. Questo tipo di mappa dispone le informazioni al suo interno con una logica gerarchica e associativa. Infatti si comincia da un nucleo centrale costituito dall’argomento principale, dal quale partono i vari rami – ognuno con la propria parola chiave – che si dispongono in senso orario procedendo dal generale al particolare e connettendo tra loro i concetti.

Che cos’è una parola chiave? Beh, è un termine o un insieme di termini, al massimo una brevissima frase, grazie alla quale sei in grado di richiamare alla memoria tutti i concetti ad essa collegati. Se ad esempio ti dico “Instagram” che cosa ti viene in mente? Scommetto social, Facebook, foto, video, hashtag, eccetera. Ecco, questo è un banalissimo esempio di come funziona una parola chiave. Un termine che ne richiama altri e ti permette di articolare un discorso.Le mappe mentali sono fantastiche perché ti fanno collegare le parole chiave a delle immagini, stimolando così la parte visiva del tuo cervello, quella che memorizza con più facilità. Questo processo sedimenta in modo indelebile i concetti nella tua memoria.

La struttura ramificata della mappa mentale inoltre ti consente di avere sempre ben presente l’argomento generale nella sua totalità, lasciandoti la possibilità di andare a “zoomare” da un concetto all’altro senza fatica.Per cominciare a esercitarti a creare le tue mappe personali scopri come leggendo Mappe Mentali per studiare a super velocità. E mi raccomando, non fare confusione con le Mappe Concettuali, che sono proprio un’altra cosa e hanno uno scopo differente!

Mappe in fase 1

Le mappe in fase 1 sono quelle nelle quali ti limiti a scrivere i contenuti sulla carta (o su qualunque sia il tuo supporto). Questa fase ti serve per capire la gerarchia delle informazioni e rilevare gli eventuali collegamenti tra i contenuti stessi. La si fa nel momento di active recall, quella fase in cui, subito dopo aver letto un capitolo del manuale, butti giù le informazioni che hai trattenuto.Prima di cominciare ti ricordo che se sei alle prime armi può essere una cosa buona e giusta impratichirti facendo le prime mappe a mano, per prendere dimestichezza con il metodo.Una volta che ti sentirai più sicuro di te, potrai passare all’utilizzo dei software digitali. Sono estremamente comodi perché ti consentono di creare mappe di qualsiasi grandezza che potrai sempre modificare, aggiungere e togliere rami con rapidi clic del mouse e, in fase 2, inserire agevolmente le immagini.

Questo primo esempio di mappa mentale è un ottimo inizio. Ci sono alcune cose che non vanno proprio benissimo, ma lo studente che ha realizzato questa mappa è partito con il piede giusto. Vediamo.

  • Di positivo c’è la struttura: il titolo è scritto al centro e le parole chiave di primo livello seguono la disposizione in senso orario man mano che ci si sposta. Inoltre le parole chiave non sono troppe e soprattutto non ci sono articoli e congiunzioni che tanto non servono per ricordare i concetti.
  • Di negativo abbiamo la scelta di utilizzo del foglio a quadretti che non è l’ideale perché ti rinchiude in una griglia troppo schematica. Ma le mappe mentali devono essere lasciate alla creatività, con linee flessuose. Meglio utilizzare fogli bianchi, i classici da stampante. Un’altra scelta poco efficace è l’utilizzo di troppi colori che può da un lato confonderti le idee e dall’altro rivelarsi scomodo, perché significa che quei colori devi sempre averli a portata di mano! Per questo motivo, se fai le mappe mentali a mano, il mio consiglio è quello di limitare i colori.

La mappa in basso è un po’ più chiara della precedente, un altro buon inizio, ma con ancora qualche difettuccio tipico da chi è stato più abituato a utilizzare le mappe concettuali.

  • Di positivo c’è la brevità delle parole chiave che contribuisce a rendere la mappa efficacemente schematica in funzione del ricordo.
  • Di negativo abbiamo nuovamente il supporto a righe che, come i quadretti, è poco funzionale. Inoltre i rami in alcuni casi sono tracciati nel modo sbagliato perché non scendono sotto le parole chiave.

Ottimi esempi di mappa digitale

Ci spostiamo su una mappa mentale fatta al computer. Vedi come risulta subito più chiara? Si tratta della mappa di un indice che per ciascun punto molto probabilmente avrà una sotto mappa per dettagliare gli argomenti.

Quest’altra è una mappa espansa in fase 1 realizzata molto bene. Lo studente che l’ha fatta ci ha dato dimostrazione di come si possano utilizzare anche le abbreviazioni a patto che ti ricordi poi a che cosa si riferiscono.

Ricordati sempre che la parola chiave non è semplicemente quello che tu conosci, ma l’elemento “chiave”,appunto, che ti consente di accedere alle informazioni racchiuse nella tua mente e costruire un discorso.

Questa mappa non va bene su molti fronti, ma ehi, tranquillo! Quando cominci a mappare all’inizio devi chiaramente sperimentare e di sicuro non ti verrà una mappa perfetta al primo tentativo.

Vediamola un po’ meglio. Analizzando che cosa c’è di sbagliato.

  • Noterai certamente quanto è caotica.
  • Non si capisce il verso di percorrenza perché i rami si dirigono da tutte le parti.
  • Ci sono troppe informazioni e quindi poi in fase 2 non sarà facile da memorizzare.

Altro esempio sbagliato ce lo fornisce questa mappa che più che essere mentale è concettuale. Ma bisogna dire che anche in quanto tale non è proprio ben riuscita.Ci sono tantissime frecce e non sono in alcun modo rispettate le regole di configurazione di una mappa mentale. Infatti i concetti non procedono dal centro verso l’esterno e non c’è un senso orario di percorrenza. In generale è una mappa che non consente la memorizzazione.

Questa struttura ad albero, foto in basso, non si può dire mappa, perché in realtà è uno schema. Abbiamo recentemente parlato degli schemi a cascata che si rivelano molto utili nella fase di studio, ma occhio: non prescindono dall’utilizzo della mappa mentale e soprattutto non sono la stessa cosa!Questo significa che, mentre stai studiando il libro ad esempio, puoi partire facendo lo schema e poi utilizzarlo come “traccia” per la realizzazione della mappa mentale.

Mappe mentali in fase 2

Questa è la fase nella quale inserisci le immagini che ti aiuteranno a memorizzare le parole chiave. Ricordati che per funzionare le immagini che scegli devono seguire il principio P.A.V. che sta per paradosso, azione e vivido. Ti rimando a questo articolo che spiega bene il principio delle tecniche di memoria.Ti renderai conto, guardando queste mappe, di come ognuno di noi sceglie immagini estremamente soggettive per richiamare alla memoria concetti oggettivi.

Qui ad esempio lo studente ha inserito l’immagine di un circuito cittadino anche se in realtà quello che deve ricordare magari è un circuito elettrico. Mentre per ricordare “business sinusoidale” ha scelto la foto di un serpente che con questa forma ricorda una sinusoide.

Qui per ricordare “eccesso di potenziale discrezionalità” lo studente ha usato l’immagine di un vigile che rileva l’eccesso di velocità.Eccoci alla fine della nostra carrellata di esempi di mappe mentali. Spero di essere riuscito a chiarire un po’ meglio alcuni dubbi che possono sorgere durante la realizzazione delle tue mappe.