Ludwig Feuerbach nasce il 28 luglio 1804 in Baviera e muore a Rechenberg il 13 settembre 1872. Frequenta le lezioni di Hegel a Berlino ed ottiene la libera docenza a Erlangen. La carriera universitaria è però troncata dall’ostilità suscitata dalle idee religiose contenute in Pensieri sulla morte e l’immortalità. Si ritira allora nella solitudine e nello studio a Bruckberg.

Nell’inverno 1848-1849 tiene a Heidelberg Lezioni sull’essenza della religione su invito degli studenti stessi. Un evento, questo, reso possibile dal clima del Quarantotto. È una piccola parentesi nella vita di Feuerbach, che trascorre il resto della vita a Rechenberg, in miseria. 

Feuerbach è uno dei principali esponenti della sinistra hegeliana, ma ben presto si emancipa dall’hegelismo. L’idealismo hegeliano offre una visione rovesciata delle cose: rende soggetto ciò che nella realtà è predicato (il pensiero) e predicato ciò che nella realtà è soggetto (l’essere); fa della causa (l’essere) l’effetto e dell’effetto (il pensiero) la causa. Feuerbach propone, perciò, un’inversione dei rapporti tradizionali. Applicando la medesima metodologia materialistica alla religione, ne deriva che non è Dio (l’astratto) a creare l’uomo (il concreto), ma l’uomo a creare Dio. Dio per Feuerbach si configura come la proiezione illusoria di quelle che l’uomo ritiene le buone qualità della sua specie: ragione, volontà, cuore.

La religione è alienazione: l’uomo proietta fuori di sé una potenza superiore, Dio, alla quale si sottomette, anche nei modi più umilianti e crudeli (si pensi ai sacrifici dei vari rituali).

Ecco che l’ateismo diventa un dovere morale: significa recuperare in sé i predicati positivi che ha proiettato fuori di sé, in Dio, che altro non è che l’essenza stessa dell’uomo.In questo senso, la religione favorisce la presa di coscienza da parte dell’uomo di se stesso: conoscere Dio significa conoscere l’uomo, la teologia diventa antropologia.

La religione è definita infanzia dell’umanità, perché è il primo passo attraverso cui l’uomo conosce se stesso.

La nascita dell'idea di Dio nell'uomo

In merito alla nascita dell’idea di Dio nell’uomo, Feuerbach propone varie ipotesi:

  • Dio come personificazione immaginaria delle qualità della specie: mentre l’uomo avverte se stesso come debole e fragile, percepisce l’uomo in quanto specie onnipotente.
  • Dio come divinità in cui tutti i desideri sono realizzati: il volere dell’uomo è infinito, il potere finito, in Dio volere e potere coincidono. Tant’è che – nota Feuerbach – il dio dei Greci era limitato, perché limitati erano i desideri dei Greci, quello dei cristiani è illimitato, perché illimitato è il desiderio dei cristiani.
  • Dio come luce, aria, acqua, terra: elementi senza i quali l’uomo non potrebbe vivere.

L’idealismo di Hegel in quest’ottica diventa una teologia mascherata: lo Spirito altro non è che astrazione alienante.

Da questa critica alla religione e all’hegelismo, la volontà di Feuerbach è di costruire una nuova filosofia dell’avvenire, che prende la forma di un umanismo naturalistico. Umanismo, perché fa dell’uomo l’oggetto e lo scopo del discorso; naturalistico, perché fa della natura la realtà primaria da cui tutto proviene e a cui tutto torna – natura che in Hegel aveva la sola funzione di antitesi.

Altro punto chiave di questo umanismo è il rifiuto di considerare l’individuo come astratta spiritualità o razionalità: l’uomo è un essere di carne e di sangue, condizionato dal corpo e dalla sensibilità e l’amore è ciò che permette all’uomo di aprirsi verso l’altro, una passione fondamentale che fa tutt’uno con la vita.

Il materialismo di Feuerbach può essere sintetizzato dall’espressione l’uomo è ciò che mangia: Feuerbach fa leva sull’unità psicofisica dell’individuo e sul fatto che, se si vogliono migliorare le condizioni spirituali di un popolo, bisogna innanzitutto migliorarne le condizioni materiali, a cominciare dall’alimentazione:

"LA FAME E LA SETE ABBATTONO NON SOLO IL VIGORE FISICO, MA ANCHE QUELLO SPIRITUALE E MORALE DELL’UOMO, LO PRIVANO DELLA SUA UMANITÀ, DELLA SUA INTELLIGENZA E DELLA COSCIENZA.LA TEORIA DEGLI ALIMENTI È DI GRANDE IMPORTANZA ETICA E POLITICA. I CIBI SI TRASFORMANO IN SANGUE, IL SANGUE IN CUORE E CERVELLO; IN MATERIA DI PENSIERI E DI SENTIMENTI. L’ALIMENTO UMANO È IL FONDAMENTO DELLA CULTURA E DEL SENTIMENTO. SE VOLETE FAR MIGLIORE IL POPOLO, IN LUOGO DI DECLAMAZIONI CONTRO IL PECCATO, DATEGLI UN’ALIMENTAZIONE MIGLIORE".

Feuerbach pone indirettamente l’accento anche sul problema del lavoro, fonte prioritaria di guadagno e, quindi, di sostentamento. Sarà poi Karl Marx a compiere un ulteriore passo in avanti in questa direzione, individuando lo stretto rapporto di reciproca implicazione che lega i bisogni naturali degli esseri umani con il procedere della storia: il punto di partenza, questo, del materialismo marxista.

Bibliografia