Auguste Comte, il massimo teorico francese del Positivismo (Montpellier 1798 – Parigi 1857), nasce in una famiglia cattolica e monarchica. Dal 1814 al 1816 studia matematica e ingegneria nella Scuola politecnica di Parigi. Attratto dalle idee del teorico socialista Claude de Saint-Simon, si convince della necessità e della realtà del progresso umano. Pochi anni dopo però si stacca dal pensiero del maestro perché ritiene che accentui troppo il carattere religioso del rinnovamento della società. Comte ritiene invece che tale rinnovamento sia realizzabile solo mediante una profonda riforma intellettuale, al di fuori di ogni tradizione metafisica e religiosa.

Questi atteggiamenti critici e innovatori gli procurano le ostilità degli ambienti accademici ufficiali.Si fa conoscere nel 1824 con l’opera Politica positiva ed entra in rapporti di stima e di amicizia con uomini autorevoli, che lo incoraggiano a continuare nel lavoro scientifico e filosofico intrapreso.Nel 1830 comincia a pubblicare il primo dei sei volumi del suo Corso di filosofia positiva, che gli procura una fama notevole anche fuori della Francia. Lavora intensamente a quest’opera fino al 1842. Intanto gli attriti con la moglie e la perdita del posto di esaminatore nella Scuola politecnica logorano il suo fragile sistema nervoso. Separatosi dalla moglie, nel 1845 conosce Clotilde Devaux della quale si innamora. La morte della giovane donna nel 1846 segna però il definitivo tracollo del filosofo. Ormai vive degli aiuti degli amici, che lo vanno abbandonando a causa del suo difficille carattere.

Pensiero filosofico

L’opera Corso di filosofia positiva di Auguste Comte costituisce la sua opera maggiore e segna l’avvio della filosofia positiva. In essa il filosofo Comte analizza la legge dei tre stadi attraverso i quali passa l’umanità. Stadio teologico o fittizio. Il pensiero umano, ancora incapace di cogliere il senso «positivo» delle cose, spiega ogni fenomeno in forma fantastica attribuendo agli dei o comunque a cause soprannaturali ogni evento naturale.

Stadio metafisico o astratto. La fantasia, superato lo stadio precedente, giustifica i fenomeni mediante cause concepite come entità metafisiche astratte (la forza, la materia, ecc.).Stadio scientifico o positivo. Il pensiero si deve accontentare di conoscere solo i rapporti, cioè le leggi, che intercorrono tra i fenomeni dell’esperienza; la realtà nella sua assolutezza e nel mistero della sua produzione sfugge necessariamente al pensiero, mentre le leggi scientifiche che il pensiero realizza nello stadio positivo sono una chiara tendenza a rappresentarla in modo sempre più adeguato. In questo terzo stadio la filosofia deve diventare una sorta di fisica sociale o sociologia ed essere il risultato più ampio e completo dello sviluppo delle scienze, che Comte classifica in sei, secondo un ordine di generalità e semplicità decrescente e di crescente complessività.

Pertanto Comte tende consapevolmente a eliminare il frantumarsi della ricerca scientifica e prende in considerazione un numero limitato di scienze. Queste, pur trattando oggetti diversi, debbono mantenere viva la coscienza di una comune radice, e a tale scopo Comte delinea la sua celebre classificazione delle scienze.

La classificazione muove dalle scienze che prime sono arrivate allo stato positivo, e cioè matematica, astronomia, fisica, chimica, biologia; si conclude con la sociologia che, in quanto scienza più complessa, giunge ultima alla stadio positivo.

Bibliografia