Chiara nasce a Sassello, nell’entroterra ligure, il 29 ottobre 1971, in un paesello grazioso, che non è ancora montagna, ma già troppo lontano dalla città.
Ha nove anni quando avviene l’incontro fondamentale della sua vita, quello con l’ideale dell’unità, in un incontro delle giovanissime dei Focolari. Poi l’imprevedibile: giocando a tennis avverte un forte dolore alla spalla.
Dapprima non ci fa caso, come i medici. Ma le ricadute spingono i sanitari ad approfondire le ricerche. Il verdetto: sarcoma osteogenico con metastasi, una delle forme tumorali più gravi e dolorose. Chiara Luce dopo un lungo silenzio, senza pianti né ribellioni, accoglie la notizia con coraggio: "Ce la farò, sono giovane", dice.
E papà Ruggero: "Avevamo la certezza che Gesù era in mezzo a noi. Lui ci dava la forza". Comincia un profondo cambiamento, una rapida scalata alla santità. Finché arriva l’incontro col suo "sposo". Accanto a lei il padre e la madre. Fuori dalla porta, gli amici. C’è pace, quasi naturalezza.
Le sue ultime parole sono per la mamma: "Ciao. Sii felice perché io lo sono". Domenica 7 ottobre 1990, quattro del mattino.
Dichiarata venerabile dalla Chiesa il 3 luglio 2008, il 25 settembre 2010 è stata proclamata beata nel Santuario della Madonna del Divino Amore, a Roma.