Il rock and roll

Il rock and roll, letteralmente ‘dondola e rotola’. Le sue origini sono state per anni oggetti di dibattito. Di fatto, attraverso una trafila quasi impossibile da ricostruire, che parte dall’Europa e dall’Africa dell’epoca della tratta degli schiavi, le radici del rock and roll possono essere considerate nella race music, la musica nera registrata a inizio Novecento (blues, rhythm and blues) e quella hillbilly e country legata ad alcuni Stati rurali degli USA, senza dimenticare il folk e il gospel.

I primordi del genere possono essere rintracciati nello swing degli anni Trenta, il primo genere afroamericano presentato e apprezzato soprattutto dal pubblico bianco. Con gli anni Quaranta l’evoluzione portò all’exploit del boogie woogie e poi, dal secondo dopoguerra, di quel jump blues e Chicago blues suonato da artisti importanti come Muddy Waters e Jimmy Reed e le rispettive band formate soprattutto da chitarre, basso e batteria (talvolta armonica, tastiere e fiati). Di fatto, molti degli elementi del rock and roll sono in tutto e per tutto rinvenibili in alcuni pezzi blues fine anni Quaranta-inizio Cinquanta.

Con l’esplosione della chitarra elettrica, degli amplificatori, dei microfoni e dei 45 giri, alcune etichette indipendenti iniziarono a promuovere una musica capace di conquistare anche il pubblico bianco, e proprio tra alcuni adolescenti bianchi benestanti nacque quella spinta propulsiva che portò di fatto a distinguere il rock and roll da quel blues swingato e rapido. La prima registrazione del nuovo genere, secondo gli storici sarebbe quella Roll ‘Em Pete di Big Joe Turner, datata 1939:

Altre ricostruzioni concedono questo merito a pezzi emblematici di artisti come Sister Rosetta Tharpe, Roy Brown, Hank Wiliams, Amos Milburn, Jimmy Preston, Albert Ammons, Fats Domino e altri ancora, tra fine anni Trenta e primi anni Cinquanta. C’è però chi preferisce dare il merito di prima incisione rock and roll vera e propria a brani ben più famosi per gli amanti del genere, quelli capaci d’imporsi subito al pubblico bianco, come Rock Around the Clock di Bill Haley e Great Balls of Fire di Jerry Lee Lewis:

Con questi pezzi siamo già nel pieno degli anni Cinquanta, e di lì a poco la rivoluzione del rock and roll verrà completata dall’arrivo di Bo Diddley e soprattutto di Chuck Berry, che con la sua Maybellene e Roll Over Beethoven cambiò la musica per sempre. Da lì in avanti fu un esplosione di successi, uno dopo l’altro, grazie a leggende come Little Richard, Gene Vincent e soprattutto il Re di Memphis, Elvis Presley, grande paladino del rockabilly, uno dei sottogeneri diretti del rock and roll. Di seguito la sua That’s All Right:

Il declino del genere secondo gli storici è arrivato tra la fine degli anni Cinquanta e i primi anni Sessanta, complice la morte di grandi protagonisti come Buddy Holly, The Big Bopper e Ritchie Valens, la chiamata alle armi di Elvis, il ritiro di Little Richard, i processi di Jerry Lee Lewis e Chuck Berry. Una serie di problemi di cronaca che di fatto ha stroncato un’età dell’oro del rock and roll, dando così la spinta propulsiva all’arrivo di nuovi generi musicali, come quelli portati negli USA dalla British Invasion.