I canti dei soldati nella Grande Guerra

La musica ha sempre accompagnato i soldati nei campi di battaglia, fin dalle guerre dell’antichità; le canzoni di guerra sono infatti importanti testimonianze storiche che un conflitto lascia ai posteri. I temi sono i più vari, così come la loro funzione: sono canzoni con testi e melodie facili da memorizzare, composte per esorcizzare la paura e la morte, per rafforzare l’appartenenza al gruppo, per sollevare gli animi. Raccontano degli amori lontani e dei propri affetti, della speranza di rivedere le persone amate oppure, talvolta, esaltano l’eroismo di chi combatte e si sacrifica per l’amor di patria. Descrivono anche i posti delle battaglie e i sentimenti di dolore e di angoscia che caratterizzano la vita dei soldati.

Oggi sono meno diffuse e conosciute, ma ancora capita di ascoltarle in qualche raduno o festa commemorativa.
Alcune di queste canzoni, però, nate durante una guerra divennero importanti e significative e vennero usate come inno nazionale: è il caso de “La Marsigliese“, l’inno francese intonato nel 1792 durante la Rivoluzione o del nostro inno italiano, “Fratelli d’Italia“, scritto da Goffredo Mameli nel 1847 e cantato nelle guerre risorgimentali che portarono all’unità d’Italia. Una delle più celebri è senza dubbio “La leggenda del Piave“, scritta nell’estate del 1918 dal maestro Ermete Giovanni Gaeta (pseudonimo E. A. Mario). Più spesso gli autori rimasero anonimi, come in “Ta-pum”, ispirata ai rumori degli spari dei fucili. Altri titoli celebri  sono “Signore delle cime“, “Monte nero” e molti ancora.