Paolo di Tarso

«Apostolo per vocazione»

“Vi sono diversi ministeri, ma uno solo è il Signore; vi sono diverse attività, ma uno solo è Dio, che opera tutto in tutti. A ciascuno è data una manifestazione particolare dello Spirito per il bene comune.” (1Cor 12,5-7)
1. Quali sono le differenze alle quali si riferisce Paolo?
2. In che modo l’unità della fede agisce rispetto alle differenze?

Chi era?

Ebreo praticante, inizialmente fu a servizio del Sinedrio e persecutore dei cristiani.Determinante fu l’esperienza di Damasco (avvenuta presumibilmente nel 35) su cui si fonda la sua missione apostolica. Il Signore gli si manifesta come luce accecante che lo priva della vista.

Nacque alla fine del I secolo d.C.; era di famiglia ebraica e abitava a Tarso, città ellenistica e centro di cultura greca (in Cilicia, attuale Turchia).
Come tutti gli abitanti della diaspora (esilio che avvenne durante i regni di Babilonia e sotto l’impero romano), possedeva due nomi: 

- Saulo → perché proveniente dalla tribù di Beniamino (Saùl, massimo rappresentante);

- Paolo → in latino Paulus Tarsensis.
Paolo era anche cittadino romano, cittadinanza costata parecchio al padre(o al nonno).

Attività missionaria

Dopo la conversione, Paolo lasciò Damasco e passò un po’ di tempo in Arabia, a sud-est del Mar Morto.Svolse attività di proselitismo anche in Siria e in Cilicia. L’attività missionaria di Paolo si sviluppò in tempi brevi grazie alla collaborazione di Barnaba (probabilmente cugino dell’evangelista Marco), che lo portò con sé ad Antiochia, in Turchia, dove i due operarono insieme per un certo tempo.

Predilige i luoghi urbani, dove vi era un’ampia concentrazione di popolazione, fatta di residenti e stranieri, liberi e schiavi, con la presenza di istituzioni tipiche delle città del mondo antico.
Abitualmente iniziava l’attività di annuncio presso la sinagoga, centro di raccolta dei “fratelli” ebrei. Dopo il terzo viaggio missionario Paolo andò a Gerusalemme, nonostante una profezia lo avesse avvisato che lì sarebbe stato arrestato.
La sua presenza fece scoppiare un tumulto ed egli venne accusato di aver violato la Legge introducendo un pagano nel Tempio.
Venne arrestato e, in quanto cittadino romano, si appellò al diritto di essere giudicato a Roma. Qui visse due anni in una casa privata, sorvegliato da guardie, predicando il Vangelo ai visitatori (At 28, 31).
Il libro degli Atti non fornisce informazioni sull’esito del processo. Secondo alcune tradizioni viene ipotizzato un successivo viaggio in Spagna. Rientrato a Roma, fu martirizzato per decapitazione lungo la via Ostiense, intorno al 67 d.C.

Lettere paoline

Da queste emergono:

- La sua preparazione culturale;

- L’abilità retorica

- La padronanza dell’Antico Testamento