L'induismo e il buddismo

1. L'Induismo

L'Induismo è il nome che gli arabi diedero all'insieme di credenze e comportamenti religiosi delle popolazioni della regione dell'India. A partire dal 1800-1500 a.C. e senza un vero fondatore, ha subito modificazioni e adattamenti, producendo una varietà di sistemi, dottrine e pratiche religiose.

L'induismo è contemporaneamente una religione:

monolatrica, in cui l'Assoluto (brahman) è ritenuto unico, inconoscibile; presente in ogni cosa, luogo e nell'uomo (atman); è il Signore che crea e distrugge il mondo con la sua potenza (Sakti);

panteista: ogni aspetto della natura e del cosmo è impregnato della potenza divina;

politeista: vengono attribuiti un nome e un aspetto diversi a ogni manifestazione e a ogni caratteristica dell'Assoluto; a molte forze ed elementi della natura si tributa un culto (la Madre Terra, alcune montagne, pietre, animali).

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La fede indù

Gli indù hanno credenze e pratiche molto diverse, ma alcune sono condivise da tutti i credenti:

l'anima (atman) è l'essenza immutabile di ogni essere vivente, la scintilla dell'Assoluto (Brahman);

tutto il resto è solo illusione, apparenza (maya). Anche la storia dell'umanità è solo apparenza, una vicenda che si svolge in maniera ciclica;

la vita del cosmo è regolata dalla legge del destino (dharma);

l'uomo e il cosmo sono legati dall'evolversi ciclico del tempo e delle eterne rinascite (samsara);

ciò che determina il tipo di reincarnazione dell'uomo è il karma, la legge della retribuzione automatica delle azioni. la condizione futura di vita dipende dall'uomo stesso, che, essendo responsabile delle proprie azioni, accumula meriti e demeriti, determinando la reincarnazione del proprio atman in una casta più alta o più bassa;

è interesse dell'uomo tentare di reincarnarsi ogni volta in una forma di vita superiore alla precedente, così da raggiungere la liberazione dal ciclo delle rinascite (moksa).

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Le vie per raggiungere il divino

La vita degli indù è tesa al raggiungimento del divino e quindi della liberazione dal ciclo delle rinascite attraverso la rinuncia a tutto ciò che è materiale e a tutti gli istinti.

A questo scopo l'induismo riconosce che è possibile arrivare attraverso più vie:

la via dell'azione (karma);

la via della devozione (bhakti);

la via della conoscenza (jnana) attraverso la guida di un maestro (guru).

Le tre vie insieme sono note come marga, ossia la strada. Non è importante che siano praticate tutte e tre in una sola vita, ma che sia intrapresa la via più appropriata per la vita che si sta vivendo: questo è il dharma, il destino individuale.

Il cammino ideale di ogni uomo è articolato in 4 stadi della vita:

lo studente, che vive con il maestro, pratica obbedienza e castità e apprende l'insegnamento dei Veda, i libri sacri dell'Induismo;

il padre di famiglia, che conosce l'esperienza dell'amore e della sessualità con il matrimonio;

l'asceta domestico, che da solo o con la moglie, quando i figli sono adulti, ha come attività principale la meditazione dei Veda;

il pellegrino errante (sannyasin), che vive staccato dal mondo e in solitudine, proteso al conseguimento della liberazione.

I testi sacri

Al vertice della letteratura religione indù sono i Veda, un poderoso insieme di opere. Le parti più antiche dei Veda sono state scritte nel II millennio a.C. ma l'insieme di questi testi ha assunto la forma attuale solo nel III secolo a.C. Essi contengono prescrizioni rituali, inni e canti, preghiere e formule sacrificali e formule magiche, sia in prosa che in versi. Oggi però la maggior parte degli indù fa riferimento alle opere di alcuni santi. A questi scritti appartengono: il Mahabharata e il Ramayana.

I riti

Nell'Induismo ci sono riti per ogni stadio della vita: per esempio alla nascita, nel giorno del matrimonio, al momento della morte. I comportamenti rituali pervadono l'intera giornata degli indù. Essi sono compiuti dal padre di famiglia, che, per esempio, deve praticare la meditazione in casa, far visita al tempio dopo essersi lavato e purificato, offrire sacrifici per gli antenati. Il rituale giornaliero prevede anche il ricorso a formule sacre (mantra), a posizioni simboliche delle mani, all'uso di yantra. I riti più importanti sono praticati dai brahmini, che sono complessi e devono essere eseguiti in modo perfetto.

I culti

Il culto indù (puja) può essere di tre tipi:

il culto effettuato nei templi, cioè nella venerazione di un'immagine della divinità (spesso è una statua). I sacerdoti al mattino la "svegliano" al suono di un campanello, la lavano, la cospargono di unguenti, la vestono, la nutrono con offerte di riso, latte, orzo;

il culto domestico. Nella maggior parte delle case di trova un'area dedicata alla venerazione della divinità scelta dalla famiglia;

il culto comunitario. I devoti spesso si riuniscono insieme per praticare cerimonie con musiche e canti.

Le più antiche testimonianze di costruzioni sacre induiste risalgono al IV-V secolo a.C. Da quell'epoca in poi vennero costruiti templi più grandi e complessi che si trasformarono in città sacre. Esistono anche molti luoghi naturali considerati sacri e meta di pellegrinaggio. L'immagine divina è il segno della presenza della divinità e di fronte ad essa il devoto si prostra al suola, toccando con la fronte la terra e tenendo il corpo completamente disteso.

Le feste

Nelle feste l'elemento religioso si unisce a quello popolare e folcloristico: colori, suoni e profumi caratterizzano questi momenti di grande aggregazione sociale. In occasione di particolari festività, molto diffusa è la pratica del pellegrinaggio ai luoghi santi, cioè a particolari templi e ai guadi di grandi fiumi come il Gange.

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Tra le feste indù ricordiamo:

Holi, una festa molto allegra e colorata, che ha luogo a febbraio-marzo (è una sorte di festa della primavera);

Dussehra, che dura 10 giorni, è la festa che celebra la fine della stagione monsonica;

Mela, grandi feste religiose conviviali, in cui la comunità indù incontrano asceti.

2. Il Buddhismo. Una religione senza divinità

Il Buddhismo ("sentiero dell'essere superiore"), sviluppatosi all'interno dell'induismo, propone più un pensiero di vita (filosofia) che una via religiosa. I buddhisti infatti non adorano nessuna divinità; lo stesso Buddha non ha mai affermato di essere Dio e mai ha risposto alla domanda sulla sua esistenza, in quanto da lui ritenuta non efficace per raggiungere la liberazione. Le divintà presenti in alcune tradizioni buddhiste non sono che proiezioni della mente umana di vari aspetti della realtà. Nel Buddhismo non vi è neppure l'idea di un'anima immortale, nè il concetto di beatitudine o castigo eterno.

Siddharta

Fondatore del Buddhismo è Siddharta Gautama, vissuto fra il VI e V secolo a.C. nel nord-est dell'India. Secondo la tradizione, Siddharta era di origini principesche. Dopo una giovinezza trascorsa nelle ricchezze, e dopo essersi sposato e aver avuto un figlio, uscito dal suo palazzo, ebbe 4 incontri: con un vecchio, con un malato, con un corteo funebre e con un asceta mendicante. Questi aspetti della vita lo impressionarono molto: era la presa di coscienza della realtà della sofferenza e dell'illusione del vivere. Desideroso di conoscere le cause del dolore del mondo e di trovare uno stato di felicità duraturo, a circa 30 anni abbandonò i privilegi della propria casta per condurre vita da asceta alla ricerca di una soluzione all'enigma della vita.

Insoddisfatto delle risposte dei maestri, dopo digiuni, capì che avrebbe ottenuto la conoscenza della salvezza solo nella meditazione personale, lontano dal mondo e dalla stessa mortificazione ascetica. A 35 anni, dopo 49 giorni di meditazione, ai piedi di un albero di fico, raggiunse l'illuminazione, divenendo così il Buddha (il Risvegliato). Ebbe così inizio la seconda parte della sua vita in cui decise di rivelare al mondo i propri insegnamenti: viaggiò a piedi per l'India nord-orientale predicando e mendicando. Morì nella città di Kusinara a 80 anni. Grazie a suoi discepoli, la dottrina del Buddha si diffuse in tutta l'India, però con scuole di differente pensiero. Queste sono 4: Piccolo Veicolo: rigorosi e austeri; Grande Veicolo: di più ampie visioni; Veicolo del Diamante: si rifà agli insegnamenti segreti del Buddha.

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Il luogo di culto del Buddhismo è il tempio, il quale può contenere reliquie del Buddha o di altri maestri. In questi luoghi vivono i monaci e i maestri spirituali. In questi santuari sono collocate le immagini o le statue di Buddha.

Riguardo i modi di vivere il buddhismo sono due: lo stato laicale e il monachesimo. Quest'ultimo rappresenta la forma più perfetta per seguire l'insegnamento del Buddha. I due stati di vita di sostengono l'uno con l'altro. I laici provvedono al sostentamento dei monaci, i quali vivono solo di elemosine. I monaci beneficiano i laici non solo con l'esempio ma anche con l'istruzione.

La legge del Karma

Non credendo in una divinità personale, i buddhisti ritengono che ciò che possiede tutto si la legge universale eterna che si rivela nella legge del compenso di tutte le azioni: il karma, che ha conseguenze che si ripercuotono sia sulla vita attuale sia su quelle successive. Il ciclo delle rinascite, secondo la dottrina buddhista, può essere essere interrotto seguendo le Quattro Nobili Verità: 1. tutto è dolore; 2. all'origine del dolore c'è il desiderio; 3. il desiderio si può eliminare; 4. la salvezza è il Nobile Ottuplice Sentiero.

Il Nobile Ottuplice Sentiero

1. Retto intendimento: è la corretta conoscenza delle 4 Nobili Verità. 

2. Retta risoluzione: è l'impegno a padroneggiare il desiderio.

3. Retta parola: assunzione della personale responsabilità nell'uso delle parole.

4. Retta azione: l'azione non deve essere motivata dall'egoismo.

5. Retta condotta di vita: bisogna vivere in modo equilibrato, senza eccessi.

6. Retto sforzo: bisogna preservare nella pratica buddhista.

7. Retta consapevolezza: è la capacità di mantenere la mente priva di confusione.

8. Retta pratica della meditazione: è la capacità di mantenere il corretto atteggiamento interiore , che porta alla padronanza di se durante la meditazione.

Il nirvana

Il concetto di nirvana, presente nel pensiero induista, acquista centralità nel buddhismo, dove assume significati diversi a seconda della scuola e del periodo storico. Il Buddhismo crede al ciclo delle rinascite: azioni virtuose compiute volontariamente porteranno a un'esistenza migliore; azioni non virtuose genereranno semi di sofferenza nell'esistenza successiva. La liberazione da questo meccanismo potrà essere raggiunta grazie al Nobile Ottuplice Sentiero, che conduce a ogni estinzione di desiderio, e quindi al nirvana (la parola significa "estinzione"), cioè la pace suprema, la gioia assoluta.

Le principali festività

La festa del Capodanno, che cade nel mese di aprile e comprende la festa dell'acqua. In questa festa si offrono recipienti di acqua agli anziani che contraccambiano con una benedizione. Il giorno del Buddha (Visakha), che si celebra a maggio-giugno. Esso commemora tre eventi della sua vita: la nascita, l'illuminazione e la sua morte o entrata nel nirvana.

La vita del monaco

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Gli unici beni che può possedere il monaco sono: un vestito giallo-arancione, un paio di scarpe, un rasoio per avere la testa sempre rasata, un ago, un filtro per l'acqua, una ciotola appesa alla cintura per ricevere il cibo che gli viene dato in elemosina. In genere il monaco è itinerante: i monasteri sono solo luoghi d'incontro per i giorni di ritiro e per il periodo delle piogge (luglio-ottobre), in cui vige la proibizione di uscire dal monastero.