Perché si studia la Religione a scuola?

La domanda “perchè si studia la Religione a scuola” trova risposta negli obiettivi che persegue la scuola e quindi essa va inquadrata negli obiettivi formativi che persegue questa Istituzione. Da ciò la ovvia conseguenza che l’insegnamento della Religione a scuola non ha obbiettivi che riguardano la fede personale che resta un discorso riservato all’intimo della persona e del suo eventuale rapporto con il divino e con la sfera spirituale ma ha obiettivi che confinano soprattutto nella cultura e nella Storia. Per il suo carattere interdisciplinare, l’insegnamento della Religione a scuola supera l’aspetto catechetico e cultuale per divenire una disciplina a carattere culturale che ha come scopo non solo quello di fornire all’alunno conoscenze della storia e dei fondamenti principali della Religione Cristiana anche in rapporto alle altre religioni ma si prefigge come disciplina trasversale quello di incidere sulla formazione della persona nei suoi aspetti etici e di cittadinanza. Infatti la Religione a scuola si adegua a quelle che sono le finalità della scuola stessa. Poichè viviamo in un contesto “multiculturale e multireligioso” frutto del fenomeno della globalizzazione non si può fare ameno di trattare aspetti relativi all’Islamismo, all’ebraismo e al Buddismo, come alla confessioni cristiane diverse dalla Cattolica in un clima di dialogo e arricchimento reciproco considerando il “diverso” non come momento di rottura ma di arricchimento reciproco.

L’uomo essere filosofico e religioso

Si dice che l’uomo sia un essere religioso e un essere filosofico per natura a prescindere della sua fede e se egli creda o meno. L’uomo è un essere filosofico perchè si fa domande di senso:Chi sono? Da dove vengo? Dove vado? Qual’è lo scopo della
mia vita? Che senso ha la vita? Perchè esiste il male? Che cosa succede dopo la Morte? Chi ha creato il mondo, la vita, l’essere umano? Domande che hanno fatto sgorgare miriadi di miti e teorie scientifiche.La Religione si pone le stesse domande. Orbene, l’uomo è un essere religioso proprio perchè si pone queste domande a prescindere dalle risposte che si dà.Non sono le risposte che egli si dà a fare dell’uomo un essere religioso. Le risposte semmai fanno l’uomo di fede o l’uomo che non crede o agnostico. Sono le domande che egli si pone a far sì che egli sia un essere religioso.

Religione e Cultura

Nel nostro caso siamo anche consapevoli del fatto che a prescindere dalla fede personale di ognuno di noi, non possiamo negare il fatto che la nostra cultura, storia, tradizioni,sono enormemente influenzate dalla religione cristiana.Già a partire dal giorno festivo della settimana si nota questa influenza. Infatti, il termine “Domenica = Dominus Die (giorno del Signore) è marcatamente cristiano che lo si voglia o meno.La religione in quando disciplina trasversale e con carattere interdisciplinare la troviamo comunque nella letteratura (poeti e scrittori cristiani: Francesco D’Assisi, Jacopone da Todi, Dante,Petrarca, Boccaccio, Tasso...Manzoni, Pascoli, Gogliardo e Parini(Preti Illuministi), nella Filosofia (che si pone molti interrogativi che si pone la religione e ai quali i filosofi tentano di dare una risposta); nella Storia: la religione degli uomini primitivi, degli egiziani, dei greci, dei romani, degli ebrei... il Sacro romano Impero, il Teismo dell’Illuminismo nell’arte (arte cristiana e paleocristiana): dalle raffigurazioni artistiche paleocristiane ai capolavori religiosi della pittura, scultura, architettura; nella Musica (musica sacra) e la troviamo nella Bioetica e nelle discipline umanistiche come la Psicologia religiosa, la Sociologia delle religioni e nella Geografia (Geografia religiosa)

Ma la Religione influenza anche manifestazioni, sagre, eventi e persino la scuola italiana che si ferma nei giorni festivi cristiani (Natale, Pasqua, ognissanti, Immacolata, Festa padronale, Carnevale e relativi ponti). La religione influenza in modo non poco influente anche il settore dell’enogastronomia. Pensiamo ad esempio a ciò che mangiano gli ebrei durante la festa della Pasqua ebraica e del perchè i mussulmani si astengono dalle carni di maiale.Pensiamo soprattutto a tutte quelle pietanze e menu tipici delle ricorrenze religiose cristiane e alle loro radici e simbologie cristiane: La zeppola di San Giuseppe, L’agnello con i piselli a Pasqua, la Pastiera, la tradizione del cenone di Natale a base di pietanze ittiche e così via. Persino l’Economia ed il Diritto sono influenzate dalla religione.In campo economico pensiamo ad esempio ai danni subiti in questi ultimi tempi in campo economico a causa dei lockdown che si sono prorogati durante il periodo natalizio nei settori commerciali. Anche la crisi economica e la perdita del lavoro ha diminuito gli introiti per alcune categorie. Pensiamo ai benefici anche economici che possano apportare alcune più importanti festività religiose senza ovviamente considerare queste feste solo dal punto di vista consumistico e smarrendo il loro vero valore e significato. Ma incremento per l’economia significa anche benessere dei lavoratori e allora ben venga anche questo senza trascurare l’essenziale. Per quanto riguarda il diritto basti pensare alla tutela garantita dalla Costituzione riguardo alla libertà di culto in tutti i suoi aspetti e alla tutela garantita dall'enorme europee della CEDU. Anche la Scienza ha conosciuto e conosce ancora oggi personaggi illustri nel campo religioso: Giuseppe Moscati,grande scienziato e grande credente, Mendel, uno dei gradi della Genetica, Newton, Pasteur, il Matematico Godel, L’ancora vivente premio Nobel Antonino Zichichi e tanti altri.Ciò dimostra che negare l’influenza della religione e nel nostro caso in modo particolare del Cristianesimo nella nostra cultura,
storia, tradizioni e radici significa mettere la testa nella sabbia e negare che il cristianesimo a prescindere dalle fedi personali rappresenta parte non trascurabile della nostra identità e del nostro patrimonio culturale.Del resto Nel Protocollo addizionale revisione Concordato tra Stato e Chiesa del 1984 è detto chiaramente che il Cristianesimo (simboli compresi) non rappresenta solo la religione ma anche la tradizione, cultura, l’identità e parte delle radici di un popolo senza intaccare il principio di Laicità dello Stato che va inteso nel senso inclusivo e non nel senso esclusivo.