Dio, il male e il dolore

DOMANDE 

Perché il dolore? 

Perché il dolore dell’innocente? 

Dov’è Dio?APPARENTI RISPOSTE…. 

Dio può e non vuole evitare il  male (non è buono) 

Dio vuole e non può (non è  onnipotente)QUANTI TIPI DI MALE ESISTONO? 

 MALE MORALE (dovuto all’opera dell’uomo)

MALE FISICO (dovuto alla natura e quindi indipendente dalla volontà dell’uomo)

E’ POSSIBILE  AFFERMARE CHE  ANCHE IL MALE FISICO (come quello morale) NON DIPENDE DALLA  VOLONTA’ DIVINA?

1. La spiegazione del male morale è la libertà propria dell’uomo (libero arbitrio) Non c’è libertà se non esiste la possibilità di rifiutare la propria obbedienza a Dio.
Dov’era Dio quando milioni di ebrei  venivano sterminati nei campi di  concentramento? Tutti i luoghi della sopraffazione e della violenza non mettono in dubbio l’onnipotenza di Dio, ma esaltano la libertà dell’uomo, capace di cose stupende, ma anche dei misfatti più impensabili!

PERCHE’ DIO PERMETTE IL MALE  FISICO? La NATURA UMANA è stata creata in evoluzione perciò  è perfettibile (cioè è in miglioramento) 

TEORIA DELL’EVOLUZIONE …..Insieme con il bene fisico esiste anche il male fisico,  finchè la creazione non avrà raggiunto la sua perfezione.
La creazione, il cui fine è la libertà della creatura, non ha la forma di un ordine statico stabilito e disposto a priori, ma è qualcosa di dinamico, di non determinato. G. Greshake (teologo tedesco).

CHIARIAMO: la malattia non è conseguenza del peccato  originale e punizione dei peccati personali. Dimentichiamo espressioni come: Che ho fatto di male per meritare tutto questo? Muor giovane chi al Cielo è caro! Sono sempre i migliori quelli che se ne vanno! Né il male morale (peccato, ingiustizia, shoàh), né il  male fisico (catastrofi, malattia, morte, terremoti) dipendono da Dio. Essi sono il frutto della libertà umana e della natura del creato, in tutti e due i casi frutto della imperfezione congenita e necessaria della creazione.Dobbiamo convincerci che Dio, nel momento della sofferenza, ci domanda di lottare contro di essa, mentre si colloca accanto a noi e con noi condivide le nostre sofferenze. Perché anche Dio soffre per amore; Dio piange con noi. La sua presenza consolante è come la carezza di una madre. Dio com-patisce (Cum patire = soffrire con). Dio è Padre, ma ancor di più è Madre! (Papa Luciani Giovanni Paolo I).

Dio è sul letto dell’ammalato, nella corda dell’impiccato, sul giaciglio del morente, “nel guardo errante di chi sperando muor”. (Manzoni) 

IN QUALE DIO CREDIAMO? LA SOFFERENZA NELLA  BIBBIA

Libro di Giobbe (sofferenza dell’innocente): è il testimone della possibilità per l’uomo che soffre di mettersi di fronte a Dio con dignità e di chiedergli conto della sofferenza: sarebbe disumano non cercare un senso alla sofferenza, non provare angoscia. 

Il servo sofferente (Isaia 53): possibilità per l’uomo di caricarsi del dolore dell’altro: è un soffrire che nasce dalla coerenza con la propria missione.

Gesù sulla croce: sofferenza che nasce dal silenzio di Dio “Elì, Elì, lemà sabactàni?” Queste 3 figure hanno degli elementi in comune: 1. La presenza di Dio (Dio rende fecondo il soffrire): l’esperienza del soffrire è un evento trinitario (il Padre sta sulla croce per consolare il Figlio, lo Spirito Santo sta lì per rendere fruttuoso il patire del Figlio per la storia). In Cristo crocifisso Dio si è fatto compagno di viaggio dell’uomo che soffre. 2. Dio dimostra che il soffrire non uccide, ma esalta la dignità umana: Dio non approva la rassegnazione, ma ama l’uomo che mette a frutto le proprie capacità e le rivendica nei confronti di Dio. 3. Dio dimostra che l’amore autentico è la capacità di caricarsi del dolore degli altri. 

L’ultima parola nella storia non è detta con il Calvario, la parola ultima è la TOMBA VUOTA!