Analisi e commento del testo

Riflessioni e proposte in attesa dell'esame

IDEE PER INSEGNARE - SCUOLA SECONDARIA DI SECONDO GRADO

Con la riforma dell'esame di stato operata quasi vent'anni fa, l'analisi del testo si è affermata nettamente nella didattica italiana. Dallo studio delle prove effettuate in questi 18 anni emerge che questa prova è stata quella preferita dagli studenti dei licei, ma non solo. Forniamo qualche indicazione utile per lo sprint finale in vista dell'esame.

Quasi 20 anni di una significativa esperienza didattica

Il prossimo giugno sarà probabilmente la penultima volta del "nuovo esame di Stato": quello varato nel 1998 dall'allora ministro Berlinguer. Nel 2019, infatti, dovrebbe prendere avvio l'esame secondo le nuove disposizioni legislative decise all'inizio di quest'anno, le quali, tuttavia, ancora attendono l'emanazione di un decreto attuativo per una più precisa regolamentazione. [D.M. 356 del 18/9/1998]

Per quanto riguarda la prima prova d'esame ciò significa che nel 2017 e 2018 i nostri studenti "maturandi" si cimenteranno ancora nelle tipologie di scrittura previste dalla normativa vigente, le quali, in questi quasi 20 anni, hanno influenzato in maniera rilevante la didattica dell'italiano (e non solo).

Infatti, accanto al tradizionale tema – limitato per altro ai confini dell'"argomento storico" e "di ordine generale" –, si sono imposti nella pratica didattica modelli di scrittura decisamente innovativi, come il saggio breve [si veda in proposito il mio precedente articolo Prima di scrivere un saggio breve] e l'articolo di giornale, che rappresentano la simulazione di forme della comunicazione reale, e come l'analisi e commento di testo.

La centralità del testo nella didattica italiana

L'introduzione di questa tipologia tra le opzioni per la prima prova scritta rappresentò allora – e in un certo senso rappresenta ancora – il coronamento di un lungo dibattito che aveva investito il mondo della critica letteraria e quello pedagogico sul rapporto tra testo e lettore: un dibattito che aveva trovato un approdo significativo negli anni ottanta nei cosiddetti "Programmi Brocca" con l'indicazione della "centralità del testo".

Da allora la centralità del testo si è nettamente affermata nella didattica italiana, soppiantando il vecchio impianto storicistico e narrativo e diventando pratica corrente nelle discipline umanistiche: ciò che risulta evidente a un pur sommario esame dei principali manuali di letteratura (italiana e delle lingue straniere e classiche), ma anche di altre discipline (storia, filosofia ecc.), i quali dedicano uno spazio preponderante, o comunque cospicuo, all'approccio diretto ai rispettivi testi di riferimento.

Per quanto riguarda l'italiano in particolare, tale metodo gode di una pratica didattica larga e professionalmente molto qualificata da parte degli insegnanti ed è finalizzato all'acquisizione di competenze fondamentali, quali la capacità di comprensione dei messaggi, di interpretazione e valutazione personale, di argomentazione, di consapevole fruizione del patrimonio culturale, nonché di espressione di tali competenze a livello sia ricettivo sia produttivo (orale e scritto).

1999-2016: quali sono state le prove di tipologia A?

Come recita la legge, la tipologia A della prima prova scritta dell'esame di stato consiste nella realizzazione di un elaborato di "analisi e commento, anche arricchito di note personali, di un testo letterario o non letterario, in prosa o in poesia, corredato da indicazioni che orientino nella comprensione, nella interpretazione di insieme del passo e nella sua contestualizzazione".

A ripercorrere le prove assegnate in questi 18 anni, si nota una decisa prevalenza – soprattutto nel primo decennio – di testi poetici (10 in tutto), tra i quali ricorrono con frequenza quelli di autori canonici della letteratura italiana del Novecento (Ungaretti 3, Montale 2, Quasimodo 2, Saba 1), insieme alla presenza (inattesa) del Paradiso di Dante per ben due volte. Tre sono stati i testi narrativi (di Pavese, Svevo e Calvino) diluiti con una certa regolarità negli anni; un solo testo teatrale (di Pirandello). Spicca, poi, a partire dal 2010, il ricorrere, per quattro volte, di testi non letterari, di tipologia prevalentemente argomentativa, i cui autori sono, tuttavia, esponenti di primo piano della nostra letteratura (Primo Levi, Montale, Calvino, Eco).

I questionari a risposta aperta che accompagnano i testi hanno mantenuto negli anni una struttura standard, con poche variazioni, solitamente limitandosi alla richiesta di riassunto o parafrasi del testo in questione per quanto riguarda la comprensione; formulando, invece, numerose e dettagliate domande di analisi e interpretazione; e proponendo, infine, approfondimenti indirizzati per lo più ad altre opere del medesimo autore, o ad autori e movimenti contemporanei, e/o al contesto socio-culturale.

La rigida articolazione delle richieste ha indotto una certa tendenza allo schematismo nello svolgimento della prova, che nella maggioranza dei casi è consistito in risposte separate secondo l'ordine di successione dei quesiti, e non – come forse avrebbe potuto essere – nella elaborazione di un testo espositivo continuo in cui le risposte fossero inserite secondo un ordine liberamente scelto dallo studente. D'altra parte sono mancate da parte del Ministero indicazioni a favore di una maggiore libertà di formulazione della prova né gli insegnanti o i commissari d'esame hanno in genere manifestato grande disponibilità ad accettare soluzioni alternative o comunque diversificate.

L'analisi dell'andamento delle prove d'esame in questi 18 anni ha rilevato un maggior numero di opzioni verso la tipologia A da parte degli studenti dei licei, in cui l'insegnamento letterario è solitamente più seguito e approfondito e si giova di una pratica didattica distribuita sia nell'orale che nello scritto, fornendo agli studenti una metodologia applicabile non solo a testi studiati a scuola ma anche a testi eventualmente non noti. Non mancano comunque opzioni anche da parte degli studenti degli istituti tecnici, formati in campo linguistico e abituati alla lettura di testi non solo letterari ma anche di altre tipologie testuali, con acquisizione di competenze di lettura e comprensione per altro indispensabili anche per l'esecuzione delle prove di tipologia B (scrittura documentata).

Lo sprint finale: come aiutare gli studenti all'esame?

Giunti a questo punto dell'anno scolastico, la preparazione degli studenti è sostanzialmente conclusa: può giovare, tuttavia, per lo sprint finale, un riepilogo delle operazioni da compiere per lo svolgimento della prova, anche alla luce delle formulazioni ministeriali degli esami precedenti.

Comprensione del testo

La parte del questionario dedicata alla comprensione del testo consiste solitamente nella richiesta di riassunto del suo contenuto informativo, talvolta accompagnato da indicazioni specifiche (sequenze narrative, strofe poetiche, lunghezza massima consentita ecc.), e/o di parafrasi di testo poetico: abilità, queste, del riassumere e del parafrasare non sempre adeguatamente padroneggiate dagli studenti, e tuttavia indispensabili per la prima prova scritta, non solo di tipologia A, ma anche B, per la comprensione dei documenti forniti a corredo degli argomenti proposti per i vari ambiti.Per questo, potrà essere utile, in questo scorcio di anno scolastico, riproporre agli studenti alcuni esercizi e attività, quali per esempio:

  • suddividere il testo in paragrafi e blocchi;
  • individuare e sottolineare le parole chiave;
  • verificare la conoscenza del significato letterale delle parole (anche ricorrendo al dizionario);
  • riconoscere l'argomento principale del testo anche in coerenza con la sua tipologia (oggetto della descrizione in un testo descrittivo, tesi in un testo argomentativo ecc.);
  • sintetizzare il significato di un testo in una frase nominale o in un sintagma ecc.

Analisi e interpretazione

La seconda parte del questionario è solitamente articolata in una serie nutrita di domande che invitano a riconoscere nel testo le scelte tematiche ed espressive dell'autore.Sarà opportuno perciò che, a ridosso dell'esame, dopo un percorso scolastico durante il quale gli studenti hanno avuto l'occasione di confrontarsi con una molteplicità di testi, l'attività didattica sia dedicata non solo alle simulazioni di prove complessive, ma riproponga anche esercitazioni parziali focalizzate su:

  • singoli livelli poetici: dalla metrica alle figure retoriche, dalle scelte sintattiche a quelle strutturali, al lessico ecc.;
  • elementi narratologici: sequenze narrative, sistema dei personaggi, contestualizzazione spazio-temporale, tecniche narrative ecc.
  • in caso di testi non letterari, peculiarità tipologiche: per esempio, nei testi argomentativi, gli elementi del discorso argomentativo (tesi, antitesi, argomentazioni ecc.).

Sarebbe interessante, anche se non sempre è possibile, riuscire a formulare le risposte non l'una separata dall'altra, ma in un discorso continuo, attraverso l'uso di connettivi grammaticali e semantici, producendo un effetto di coerenza testuale.I questionari delle prove assegnate negli anni precedenti si concludono per lo più con la richiesta – generica o guidata – di commento complessivo: ciò può configurarsi come una sorta di "mini-saggio" di carattere espositivo, più o meno ampio, nel quale lo studente si impegna a fornire una interpretazione personale del testo, suffragandola alla luce di:

  • osservazioni analitiche fin lì condotte;
  • conoscenze in suo possesso sull'autore e la sua produzione (personalità, formazione culturale, sistema di pensiero, rapporto con le vicende storiche ecc.);
  • autonome riflessioni, suggestioni, intuizioni suggerite dal testo.

Approfondimenti

Il questionario solitamente si conclude con una o due domande di approfondimento, per lo più finalizzate a collocare il testo nella complessiva produzione dell'autore e nel contesto socio-culturale.

Talvolta la richiesta riguarda lo sviluppo del tema topico del testo (il viaggio, la figura femminile, la fanciullezza, il rapporto con la natura ecc.), anche in chiave attualizzante o riferita alla propria esperienza di vita.

Lo svolgimento di quest'ultima parte del questionario può configurarsi anch'esso come un "mini-saggio", in prosecuzione del commento complessivo, di tipologia argomentativa, in cui è auspicabile che lo studente sostenga le proprie affermazioni con adeguati argomenti (induttivi, deduttivi, abduttivi ecc.).