Caterina da Siena

Caterina di Jacopo di Benincasa nasce a Siena il 25 marzo 1347, in terra di Toscana che in quel periodo ha conosciuto la grandezza artistica di Giotto (1267-1337) e quella letteraria di Dante (1265-1321), ma è scossa da lotte intestine di carattere politico, principalmente fra guelfi e ghibellini. Il Papa si trova ad Avignone e la cristianità è minacciata dai movimenti ereticali.
Già a sette anni fa voto di verginità e preghiere, penitenze, digiuni caratterizzano le sue giornate.

A sedici anni ha il forte desiderio di entrare a far parte della regola dell’Ordine delle Terziarie domenicane, che a Siena sono note col nome di "Mantellate" per il mantello nero che copre la loro veste bianca, ma ottiene un rifiuto. Poco dopo accusa alte febbri e le compaiono pustole che le sfigurano il volto. Chiede nuovamente di essere ammessa nella confraternita e le suore che la visitano rimangono impressionate dai lineamenti sfigurati e dall’ardore di ricevere l’abito domenicano e Caterina viene quindi ammessa. La buona notizia è accolta con gioia dall’ammalata e ciò contribuisce a farla guarire.

Semianalfabeta, quando cerca di imparare a leggere le lodi divine e le ore canoniche, fatica parecchi giorni, inutilmente. Chiede allora al Signore il dono di saper leggere che, a quanto riportano tutte le testimonianze e da quanto dice lei stessa, le è miracolosamente accordato.
Caterina da Siena ritiene che il modo per trovare il Signore sia assistere gli ammalati e i poveri, che impersonano Cristo sofferente. Sono ricordati diversi episodi di carità verso i poveri (come i vestiti dati ai più bisognosi o un mantello donato ad un povero pellegrino) e verso gli infermi (come Cecca la lebbrosa, che lei assiste e cura con amore). Caterina è attiva soprattutto presso l’ospedale di Santa Maria della Scala dove si dedica ad assistere in particolare i malati non seguiti perchè non hanno parenti o perché sono afflitti da malattie contagiose.

Caterina inizia ad essere accompagnata dalla "Bella brigata", un gruppo di uomini e donne che la sorvegliavano nelle sue lunghe estasi, l’aiutano in ogni modo nelle attività caritative.
Caterina da Siena inizia un’attività di corrispondenza, avvalendosi di membri della brigata a cui detta le sue lettere. Ne scrive circa 300, durante gli ultimi dieci anni (1370-1380) della sua vita. Questo ricco epistolario affronta problemi e temi sia di vita religiosa che di vita sociale di ogni classe, e anche problemi morali e politici che interessano tutta la Chiesa, l’impero, i regni e gli Stati dell’Europa trecentesca. Caterina scrive anche a personalità importanti dell’epoca.
S

econdo la tradizione, nella Domenica delle Palme del 1375, nella chiesetta del Lungarno a Pisa (detta ora di Santa Caterina), davanti a un Crocifisso, Caterina riceve le stimmate, che però su richiesta della santa rimangono a tutti invisibili.
In quello stesso anno cerca di dissuadere i capi delle città di Pisa e Lucca dall’aderire alla Lega antipapale promossa da Firenze che si trovava in urto con i legati pontifici, che avrebbero dovuto preparare il ritorno del Papa a Roma.

L’anno seguente parte per Avignone, dove giunge il 18 giugno per incontrare papa Gregorio XI (1330"1378), il quale, persuaso dall’intrepida Caterina, rientra nella città di san Pietro il 17 gennaio 1377. L’anno successivo more il Pontefice e gli succede Urbano VI (1318"1389), ma una parte del collegio cardinalizio gli preferisce Roberto di Ginevra, che assunse il nome di Clemente VII (1342– 1394, antipapa), dando inizio al grande scisma d’Occidente, che dura un quarantennio, risolto al Concilio di Costanza (1414-1418). Caterina si schiera a favore di Urbano VI.

Muore a soli 33 anni, la domenica del 29 aprile del 1380.
Caterina ha lasciato un epistolario di 381 lettere, una raccolta di 26 preghiere e il Dialogo della Divina Provvidenza, una delle più notevoli opere mistiche di tutti i tempi. Molte delle opere di Caterina sono state dettate.

Caterina da Siena è canonizzata dal papa senese Pio II nel 1461.
Nel 1866 papa Pio IX la annovera fra i compatroni di Roma.
Santa Caterina è proclamata patrona d’Italia nel 1939 da papa Pio XII (assieme a San Francesco d’Assisi).
Papa Paolo VI ha proclama santa Caterina Dottore della Chiesa il 4 ottobre 1970.

Giovanni Paolo II, nel 1999, la proclama Patrona d’Europa insieme a S. Brigida di Svezia e S. Benedetta della Croce (Edith Stein).
L’arcidiocesi Ordinariato Militare per l’Italia riconosce santa Caterina come patrona del Corpo delle infermiere volontarie della Croce Rossa italiana e dell’Associazione per l’assistenza spirituale alle Forze Armate - P.A.S.F.A., entrambi enti operanti nel contesto dell’ordinamento militare.
I due simboli che caratterizzano l’iconografia cateriniana sono il libro e il giglio, che rappresentano rispettivamente la dottrina e la purezza.