Oskar Schindler

Oskar Schindler nasce il 28 aprile del 1908 a Zwittau, in Moravia (Germania), ai tempi facente parte dell'impero austro-ungarico, figlio di Franziska Luser e di Johann. Dopo avere frequentato la scuola dell'obbligo, Oskar si iscrive a un istituto tecnico, dal quale viene espulso nel 1924 per avere contraffatto il proprio libretto. In seguito, riesce a diplomarsi, ma non sostiene gli esami Abitur che gli permetterebbero di andare all'università o al college.

A Brno frequenta lezioni per imparare diversi mestieri, tra cui il parrucchiere; poi, lavora per tre anni per il padre.

Appassionato di moto sin da ragazzo, con i primi soldi guadagnati compra una Moto Guzzi da competizione da 250 cc, prendendo parte a diverse gare su percorsi di montagna. Il 6 marzo del 1928 si sposa con Emilie Pelzl, più vecchia di lui di un anno, figlia di un importante e benestante industriale: la coppia si trasferisce a casa dei genitori di Schindler, e qui vive per i sette anni seguenti.

Subito dopo il matrimonio, il giovane Oskar Schindler lascia il lavoro con suo padre, per dedicarsi a varie mansioni: è impiegato, tra l'altro, per la Moravian Electrotechnic e per una scuola guida. Dopo avere prestato servizio per diciotto mesi nell'esercito ceco, dove raggiunge il grado di caporale nel Decimo Reggimento di Fanteria del 31° Battaglione, ritorna alla Moravian Electrotechnic, che tuttavia poco dopo fallisce.

Nello stesso periodo chiude anche l'impresa del padre di Schindler, e così Oskar rimane disoccupato per un anno: nel 1931, infine, egli viene assunto dalla Banca di Praga (dove rimarrà per sette anni). Nello stesso periodo viene arrestato in più di un'occasione perché ubriaco in pubblico. Intrattiene, inoltre, una relazione con una compagna di scuola, Aurelie Schlegel, che nel 1933 gli dà una figlia, Emily, e nel 1935 gli dà un figlio, Oskar Jr (anche se quest'ultimo non viene riconosciuto da Schindler).

Sempre nel 1935, il padre di Oskar, divenuto un alcolizzato, abbandona la moglie: morirà pochi mesi più tardi. Nel frattempo Oskar Schindler si aggrega al Partito Tedesco dei Sudeti: pur essendo un cittadino della Cecoslovacchia, egli diventa una spia per l'Abwehr, i servizi segreti dei nazisti, nel 1936.

Assegnato all'Abwehrstelle II Commando VIII, con base a Breslau, accetta tale compito perché alcolizzato e pieno di debiti (questo, almeno, è quel che riferirà alla polizia ceca successivamente). I suoi compiti per l'Abwehr includono il raccogliere informazioni sulle ferrovie e sulle installazioni militari, oltre che sui movimenti delle truppe, e il reclutare altre spie in Cecoslovacchia, in vista della pianificata invasione del Paese da parte dei nazisti.

Il 18 luglio del 1938, Schindler viene arrestato dal governo ceco per spionaggio e immediatamente incarcerato; viene, tuttavia, rilasciato poco dopo in quanto prigioniero politico secondo i termini della Conferenza di Monaco, in base alla quale il territorio cecoslovacco abitato dai Sudeti viene annesso alla Germania il 1° ottobre.

Oskar Schindler il 1° novembre fa richiesta per entrare ufficialmente nel partito nazista: la sua istanza viene accolta nel 1939. Salito di grado nell'Abwehr e trasferito con sua moglie a Ostrava, sul confine tra la Repubblica Ceca e la Polonia, viene coinvolto in affari di spionaggio nei mesi successivi: si fa aiutare da Emilie raccogliendo e nascondendo documenti segreti nel suo appartamento. Viaggiando spesso per affari in Polonia, Oskar si trova in una posizione perfetta per raccogliere informazioni sulle attività militari polacche, in vista della futura invasione nazista del Paese.

Schindler continua a lavorare per l'Abwehr fino all'autunno del 1940, quando viene spedito in Turchia per indagare su presunti casi di corruzione relativi a ufficiali dei servizi segreti assegnati all'ambasciata tedesca in quel territorio. Tornato in Polonia, nel 1942 assiste all'orrore dei rastrellamenti del ghetto di Cracovia, con i soldati nazisti impegnati a trasferire gli ebrei a Plaszow, nel campo di concentramento locale, che non si fanno scrupoli nell'uccidere chi tenta di nascondersi in casa.

Sfruttando le sue doti di diplomatico, Oskar Schindler prova a salvare quelli che vengono definiti - appunto - i Schindlerjuden, cioè gli ebrei di Schindler: giunge a un accordo con il comandante di Plaszow, Amon Goeth, per far sì che novecento ebrei vengano lasciati nel complesso industriale di sua proprietà (così che possano trovare riparo dalle guardie tedesche).Quando Cracovia è sul punto di essere liberata dall'Armata Rossa, i campi di concentramento vengono distrutti dai tedeschi, che uccidono la maggior parte delle persone internate: Oskar Schindler, però, riesce a trasferire più di mille ebrei in Cecoslovacchia, in una fabbrica di Brunnlitz, nell'autunno del 1944.

Nel corso del trasferimento, tuttavia, il convoglio che trasporta le donne, partito una settimana dopo quello che trasporta gli uomini, a causa di un errore burocratico viene deviato verso il campo di concentramento di Auschwitz: viene salvato, però, da Schindler, che riesce a portare in salvo la forza lavoro femminile facendola arrivare a Brunnlitz, città che verrà liberata poi nella primavera del 1945.

Con l'uscita di scena di Hitler e del suo regime, conclusa la Seconda guerra mondiale, Schindler si trasferisce con la moglie in Argentina: in Sud America, però, va in bancarotta, e decide quindi di tornare in Germania, dopo avere troncato il matrimonio con Emilie.Giunto in Europa nel 1958, tenta di riprendere la professione di imprenditore, ma senza successo: si trova, quindi, in una condizione economica molto vicina alla povertà. Nel 1961 è protagonista della sua prima visita in Israele, dove viene accolto con entusiasmo da più di duecento sopravvissuti all'Olocausto.

Da quel momento la sua vita si dispiega tra Israele e la Germania, dove nel 1965 egli riceve la Croce al Merito di I Classe dell'Ordine al Merito della Repubblica Federale Tedesca.

Oskar Schindler muore a causa di un infarto il 9 ottobre del 1974 a Hildesheim: la sua salma viene trasferita nel cimitero francescano cattolico di Gerusalemme. L'epitaffio sulla sua lapide riporta la scritta "Giusto tra i giusti".