La nascita della filosofia

La Filosofia, letteralmente “amore per il sapere” (dal greco philéin, amare, e sophía, sapienza), nasce in Grecia nel VI secolo a.C., durante l’età classica.Tra il VII e il VI secolo a.C., le città fondate dai Greci sulle coste della Ionia, l’attuale Asia Minore (Mileto, Efeso, Clazomene, Colofone, Samo), erano le più fiorenti, dinamiche e culturalmente vivaci. Collocate tra Occidente e Oriente, aperte alla circolazione di nuove idee e a contatti con civiltà raffinate e progredite (egiziana, assiro-babilonese, persiana), diventarono i centri propulsori di una nuova forma di sapere che dalla Ionia si diffuse nelle città della Magna Grecia (Elea, Crotone, Agrigento ecc.). Questo nuovo sapere era la “filosofia”.La filosofia si configura come un’indagine critica e razionale intorno agli interrogativi di fondo che l’uomo si pone su se stesso e sulla realtà che lo circonda.

Il termine “filosofo” apparve per la prima volta, nell’accezione oggi comune, nel IV secolo a.C.: il secolo che cominciò con la morte di Socrate e in cui furono attivi i più grandi filosofi di tutti i tempi, Platone e Aristotele. Atene mise a morte il padre della filosofia, Socrate, ma fu proprio grazie all’insegnamento di Socrate che essa divenne la patria della filosofia. Per tutta la durata della storia antica, chi voleva studiare filosofia doveva recarsi ad Atene. L’unica rivale credibile fu Alessandria d’Egitto, che tuttavia non riuscì quasi mai a spodestarla.L’insegnamento della filosofia era organizzato in apposite scuole. La più importante fu fondata agli inzi del IV secolo a.C. dal più famoso allievo di Socrate, Platone. La scuola platonica prese il nome di Accademia perché sorse nel ginnasio aperto da Accademo in cui si tenevano regolarmente dibattiti filosofici.

L’altra grande scuola filosofica ateniese fu fondata nel 335 a.C. da Aristotele, il maestro di Alessandro Magno. Essa prese il nome di “scuola peripatetica” dal perìpatos, il viale del ginnasio lungo il quale maestri e allievi erano soliti passeggiare.Attorno al 300 a.C. fu fondata da Zenone di Cizio, la scuola stoica, detta così dal suo luogo di riunione, un portico, stoà, situato nei pressi dell’agorà, il centro della vita politica e sociale di Atene.

Nello stesso periodo Epicuro diede vita alla sua scuola in un terreno appena fuori le mura, che prese il nome da lui stesso “Giardino di Epicuro”, unica nell’antichità aperta anche alle donne e agli schiavi. La dottrina formulata da Epicuro prende il nome di Epicureismo. Motivi di prestigio ed economici (molti degli allievi erano stranieri benestanti) spingevano Atene e le altre città rinomate per l’insegnamento della filosofia ad agevolare in vario modo l’attività delle loro scuole (soprattutto mediante la concessione di spazi e di edifici pubblici); esse però non avevano le risorse per garantire un regolare finanziamento pubblico. Le scuole erano quindi mantenute dalle lezioni a pagamento e dalla generosità dei ricchi, a cominciare dai sovrani ellenistici.

Bibliografia